30 agosto 2021

Alimentazione e Disturbi dello spettro autistico: falsi miti e ricerca scientifica

Che i bambini e gli adolescenti con Disturbi dello spettro autistico presentino con maggiore frequenza selettività alimentare e comportamenti ripetitivi in occasione dei pasti è cosa nota. Sebbene alcuni tipi di disturbi alimentari, come il rifiuto del cibo, siano frequenti anche nella popolazione pediatrica generale, la loro prevalenza è significativamente più elevata - dal 51% all’89% in più - nei bambini autistici.

È inoltre assodato che i bambini con Disturbi dello spettro autistico preferiscano cibi ad alto contenuto di carboidrati, come pane bianco, pizza, torte, biscotti, gelati o cibi "grassi". Questi alimenti sono generalmente dolci e quindi più appetibili, mentre i gusti amari o aspri sono più frequentemente respinti. La selettività alimentare è inoltre considerata un’ulteriore espressione dei comportamenti ripetitivi e ristretti che fanno parte della fenomenologia dei Disturbi dello spettro autistico.

Tuttavia, esistono ancora una serie di falsi miti che riguardano le diete dei bambini e adolescenti con Disturbi dello spettro autistico, che possono portare a restrizioni dietetiche pericolose nel tentativo di migliorare i loro disturbi comportamentali o i loro sintomi gastrointestinali. È il caso, ad esempio, delle diete senza glutine o di quelle senza caseina, che sono indicate esclusivamente in caso di intolleranze o allergie.

Il tema è stato affrontato nell’articolo intitolato Nutrition and Autism Spectrum Disorder: Between False Myths and Real Research-Based Opportunities, firmato da Fondazione Villa Santa Maria e IRCCS Fondazione Stella Maris e pubblicato sulla rivista scientifica Nutrients. Ciò che emerge è che, in realtà, ad oggi mancano prove sufficientemente solide per supportare interventi dietetici specifici nei bambini con Disturbi dello spettro autistico, sebbene alcune piccole esperienze possano aprire spiragli interessanti.

Di certo la ricerca di base sui bambini e adolescenti che presentano una specifica selettività alimentare andrebbe incrementata, anche per prevenire eventuali comportamenti che comportino problemi di salute. Allo stesso modo, è importante che le famiglie facciano sempre riferimento ai medici e pediatri di famiglia per eventuali disturbi alimentari manifestati dai bambini e adolescenti.

Quanto ai Disturbi dello spettro autistico, la selettività alimentare è spesso basata sul gusto, sulla consistenza e sulla presentazione del cibo, aspetti che possono essere correlati alla sovra-reattività sensoriale che molti soggetti autistici manifestano. Questo disturbo dell’elaborazione sensoriale può essere alla base di un ampio spettro di reazioni, esprimendosi in tutte le diverse sfere: tattile, vestibolare (equilibrio e orientamento spaziale), uditiva, propriocettiva, gustativa, olfattiva e visiva.

L’ipotesi che la reazione sensoriale possa contribuire all’ipersensibilità nei confronti della consistenza del cibo e quindi tradursi in una maggiore selettività alimentare è stata ampiamente riportata in letteratura scientifica. Anche la percezione sensoriale alterata sembra essere associata alla neofobia alimentare (paura di cibi che non si conoscono).

Le prove attuali provengono però da due piccoli studi e meritano quindi ulteriori approfondimenti. È quindi auspicabile un incremento della ricerca di base su questi aspetti, anche per approfondire eventuali interventi nutrizionali rivolti in maniera specifica ai soggetti autistici.

Prof. Enzo Grossi

Direttore Scientifico

Fondazione Villa Santa Maria

 


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