12 ottobre 2022

Autismo, studio italiano condotto a Villa Santa Maria suggerisce nuove ipotesi sui meccanismi all’origine del Cammino in punta

Il Cammino in punta (Tip-Toe Behavior) nei bambini con Disturbo dello spettro autistico è un comportamento motorio che sembra derivare da un’alterazione sensoriale che li spinge a modificare il proprio modo di camminare. Se finora il cammino in punta era visto come un modo di ridurre gli stimoli sensoriali provenienti dalla pianta del piede, tale comportamento potrebbe essere messo in atto anche per ricercare sensazioni più intense.

Sono questi i risultati dello studio, il primo che ha indagato gli aspetti sensoriali nelle persone con disturbo dello spettro autistico e cammino in punta, che è stato condotto a Villa Santa Maria, in collaborazione con il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Lo studio, che è stato pubblicato sull’autorevole rivista scientifica internazionale Children nell’articolo intitolato Sensory Profile of Children and Adolescents with Autism Spectrum Disorder and Tip-Toe Behavior: Results of an Observational Pilot Study, è frutto di un approfondimento che ha richiesto diversi anni di impegno e che ha consentito di suggerire una spiegazione ad un comportamento la cui origine nei soggetti con autismo è ad oggi poco chiara.

Pur essendo un comportamento piuttosto frequente, tanto da affliggere circa un terzo dei bambini e ragazzi con Disturbi dello spettro autistico, e pur portando con una certa frequenza a conseguenze rilevanti per i ragazzi e le loro famiglie, il cammino in punta nelle persone con disturbo dello spettro autistico rappresenta infatti un aspetto ancora poco esplorato dal mondo scientifico.

Lo studio pilota condotto a Villa Santa Maria, firmato dal gruppo di lavoro coordinato dal dottor Giulio Valagussa, Fisioterapista supervisore a Villa Santa Maria e docente del corso di laurea in Fisioterapia all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, ha osservato un campione di 36 soggetti con Disturbo dello Spettro autistico di età compresa tra 7 e 18 anni, offrendo ora un’evidenza sul ruolo della disfunzione sensoriale. I partecipanti, che sono stati divisi in due gruppi omogenei per età e sesso sulla base della presenza o meno del Cammino in punta, sono stati valutati utilizzando lo Short Sensory Profile, uno strumento che consente di formulare un profilo sensoriale di bambini e adolescenti.

“I risultati dello studio hanno mostrato differenze statisticamente significative nel profilo sensoriale tra bambini e adolescenti dei due gruppi: in particolare i soggetti con Disturbo dello spettro autistico che manifestano il Cammino in punta hanno presentato con maggior frequenza un deficit nella sotto-scala ‘ipo-reattività/ricerca di sensazioni’”, spiega il dottor Giulio Valagussa. Questi risultati preliminari, in accordo con la letteratura, supportano l’importanza di considerare gli aspetti sensoriali quando si pianifica un approccio riabilitativo per il trattamento di questi pazienti, nonchédi effettuare valutazioni cliniche periodiche alle persone che manifestano un comportamento in punta severo, per monitorarne l’andamento e il potenziale effetto negativo sulla qualità di vita di questo sottogruppo di persone. Infine, un approccio precoce ed ecologico basato sull'integrazione sensoriale potrebbe diventare uno strumento importante per prevenire il Cammino in punta e altre disfunzioni motorie nei bambini con Disturbo dello spettro autistico”.


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