09 agosto 2022

Epilessia, studio pilota sui possibili effetti antinfiammatori della stimolazione vagale pubblicato su Children

La stimolazione del nervo vago, che rappresenta uno dei trattamenti utilizzati per la cura dell’epilessia farmacoresistente, potrebbe avere un’azione antinfiammatoria in grado di migliorare una serie di indicatori nel sangue dei bambini sottoposti a questo tipo di intervento. La neuromodulazione con cui è stato trattato un gruppo di bambini affetti da epilessia farmacoresistente ha, infatti, modificato anche una serie di marcatori che misurano il livello di infiammazione nel sangue. Il ricorso alla stimolazione del nervo vago, anche con una modulazione diversa da quella utilizzata per il trattamento dell’epilessia, potrebbe pertanto rappresentare una forma di intervento utile per ridurre lo stato infiammatorio dei pazienti.

È questo il risultato dello studio pilota a cui ha contribuito Villa Santa Maria. I dati emersi da questa indagine sono stati illustrati nell’articolo intitolato Vagus Nerve Stimulation Decreases the Levels of Blood Inflammatory Markers in Drug-Resistant Epileptic Children? A Pilot Study, che è stato pubblicato sull’autorevole rivista scientifica internazionale Children.

“L'epilessia è uno dei disturbi neurologici cronici più comuni, tanto che colpisce circa 50 milioni di persone nel mondo, con un’incidenza annua media di 67,77 casi ogni 100.000 abitanti. Purtroppo circa un terzo dei pazienti, perlopiù bambini, manifesta una resistenza agli attuali farmaci, sviluppando un’epilessia farmacoresistente che non risponde alla terapia farmacologica condotta in maniera corretta”, spiega il dottor Daniele Grioni, co-autore dell’articolo e responsabile dell’ambulatorio di Neurologia-Epilettologia all’interno del Polo territoriale di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza di Villa Santa Maria, la cui attività comprende proprio lo studio di pazienti con farmacoresistenza per la selezione di quei soggetti che possono avere beneficio dalla neuromodulazione.

“In questo caso abbiamo approfondito i marcatori ematici di infiammazione in cinque pazienti pediatrici sottoposti a stimolazione vagale, per verificare se questa producesse una riduzione dei marker infiammatori nei bambini, come già osservato negli adulti”, spiega il dottor Grioni. “Abbiamo, inoltre, cercato di capire se ci fosse una correlazione tra gli eventuali cambiamenti biochimici e l’evoluzione dell’epilessia e se ci fossero eventuali marcatori che consentissero di prevedere un esito positivo della stimolazione vagale”.

Ciò che è emerso è che, in seguito alla stimolazione vagale, una serie di marcatori che misurano il livello di infiammazione nel sangue sono risultati migliorati. “L’esito di questo studio pilota ci dice che il tema merita sicuramente ulteriori approfondimenti, per cui ora si tratterà di ampliare la casistica per indagare ulteriormente gli effetti della neuromodulazione e la correlazione tra marcatori dell’infiammazione ed evoluzione dell’epilessia”, conclude il dottor Grioni.


Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere informazioni sulla nostra struttura e le nostre attività.