03 maggio 2021

Il valore terapeutico della scrittura: l’esperienza pilota condotta a Villa Santa Maria dimostra che scrivere la propria storia aiuta a migliorare umore e autostima

La scrittura rappresenta uno strumento che può avere anche un grande valore terapeutico. La semplice stesura di un racconto autobiografico o di una storia di vita da parte di un adolescente può, infatti, contribuire a migliorare il suo umore e il suo livello di autostima. È questo il risultato di un progetto pilota condotto a Villa Santa Maria.

“L’idea è nata un giorno in cui uno dei ragazzi a cui facevo lezione non voleva proprio saperne di seguire l’ora di storia perché era particolarmente triste e nervoso”, racconta il dottor Federico Troboldi, docente di Didattica specializzata a Villa Santa Maria. “Parlando abbiamo trovato un compromesso: un foglio bianco, una penna e l’impegno a scrivere qualcosa su un tema a sua scelta”.

Il risultato? “Dopo circa un’ora e mezza il ragazzo è tornato da me sorridente, porgendomi quello che poi ho scoperto essere un racconto autobiografico”, spiega il dottor Troboldi. Da lì ad approfondire gli effetti benefici della scrittura autobiografica il passo è stato breve. In letteratura scientifica esistono, infatti, diversi studi che parlano dell’efficacia di questo strumento per migliorare stato d’animo e autostima. Si tratta però nella quasi totalità dei casi di esperienze che hanno interessato soggetti anziani.

Lo studio pilota condotto a Villa Santa Maria rappresenta, invece, la prima esperienza di questo tipo con un gruppo di ragazzi adolescenti con psicopatologia, di età compresa tra i 12 e 17 anni. I suoi risultati, che si possono riassumere in un miglioramento generale dello stato d’animo nel 75% dei ragazzi e in un miglioramento dell’autostima nel 57% degli adolescenti coinvolti, aprono quindi a una serie di sviluppi futuri.

“I ragazzi sono tutti adolescenti con disturbi psichiatrici di varia natura, tutti capaci di scrivere autonomamente”, spiega il dottor Troboldi. “Sono stati convocati individualmente per produrre un articolo autobiografico alla presenza di un insegnante e di uno psicologo”. Per valutare il loro stato d’animo e livello di autostima prima e dopo la scrittura del testo sono stati utilizzati due dei questionari più affidabili a livello internazionale: il Profile of Mood States (POMS) e il Rosenberg Self-Esteem (RSE). La chiave principale attraverso cui sono stati ottenuti questi benefici si è dimostrata essere Il raggiungimento di una maggiore consapevolezza del proprio passato in un contesto non giudicante.

“Ogni scrittura del proprio vissuto è una riscrittura del proprio passato, per cui narrarsi diventa una possibilità per auto-comprendersi”, sottolinea il dottor Troboldi, che in questo progetto ha collaborato con professor Enzo Grossi, Direttore Scientifico di Villa Santa Maria, con il dottor Matteo Ghezzi, Psicologo clinico a Villa Santa Maria, con la dottoressa Eleonora Salvadori, in ragione dei suoi studi sulla scrittura autobiografica, e con il professor Giuseppe Polimeni, associato di Linguistica italiana presso il Dipartimento di studi letterari, filologici e linguistici dell’Università degli Studi di Milano. 

“La lingua è un elemento costitutivo del nostro essere e far memoria del proprio passato aiuta anche a capire chi si è oggi”, sottolinea il dottor Troboldi. Il protocollo sperimentale definito per questo studio rappresenta quindi solo un punto di partenza, per un tipo di esperienza che si può sicuramente pensare di adottare su scala più ampia, magari anche all’interno del mondo della scuola. 


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