29 giugno 2023

La magica triade Bellezza-Felicità-Longevità

Tutti percepiamo nella nostra vita quotidiana la stretta connessione tra bellezza e felicità. Quando ci sentiamo felici chissà perché, ciò che ci circonda, anche nel nostro ambiente domestico, ci sembra un po’più bello. E quando ci immergiamo nella bellezza, sia quella artistica che naturale, ci viene voglia di metterci le ali per volare più in alto.

“Il Bello non è che la promessa della felicità» scriveva Charles Baudelaire, che doveva tenere molto a queste parole, riprese da Stendhal, se le ha citate tre volte nei suoi scritti. Stendhal d’altra parte, dopo aver assistito a Milano a un concerto alla Scala affermava: “Stasera ho sentito come la musica perfetta metta il cuore nella identica disposizione di gioia che dà la presenza dell’amata, cioè che la musica dà la gioia più viva che esista sulla terra”.

Diversi studi epidemiologici, tra cui quelli condotti a Villa Santa Maria sulla scorta di esperienze come quella realizzata in collaborazione con il Museo Teatrale alla Scala di Milano (nella foto), hanno osservato che l’esposizione all’arte e la partecipazione culturale si associano a uno stato di benessere psicologico più elevato, a conferma che quello che percepiamo ha una base scientifica.

Altrettanto scientifica è connessione tra il duo bellezza-felicità con il terzo elemento della triade ovvero la longevità. In una revisione sistematica dal titolo evocativo: “Happy people live longer. Subjective wellbeing contributes to health and longevity”, Ed Diener ha raccolto decine di studi condotti su un numero enorme di soggetti, superiore a 300.000, che nel loro complesso attestano come un alto grado di benessere psicologico aggiunge da 4 a 10 anni di vita rispetto a un basso grado.

La lettera di Voltaire

Molto prima questo connubio lo avevano già intuito molti filosofi. Emblematico Voltaire, quando nella lettera all’abate Trublet scrive: “Je me suis mis a etre un peu gai, parce qu’on m’a dit que cela est bon pour la santè” (Ho deciso di essere felice. Ho sentito che fa bene alla salute). Il concetto evidentemente era già di dominio pubblico a quell’epoca.

Quindi ecco la triade: bellezza-felicità-longevità.

Il parallelismo tra bellezza e felicità è suggerito anche dalla neurobiologia. I centri cerebrali della bellezza e della felicità sono molto contigui nella corteccia orbito-frontale, struttura che nell’homo sapiens ha una dimensione superiore rispetto a quella che si osserva nei primati. Come se la spinta evolutiva che ha portato all’homo sapiens avesse premiato proprio queste due componenti.

La bellezza: fondamentale per la crescita

Il grande Ugo Morelli,psicologo, studioso di scienze cognitive e scrittore, afferma: “La Bellezza è una funzione fondamentale per la crescita delle persone, per estendere il potenziale emozionale, cognitivo e comportamentale degli individui”.,

Sempre sul versante neurobiologico, da questa area del cervello, sita nella corteccia orbito frontale e molto vicina al centro della felicità, si irradiano dei collegamenti con altre zone cerebrali da cui dipendono la secrezione di dopamina e di endorfine responsabili del senso di appagamento e di ristoro a seguito di una esperienza estetica. Ricordo un esperimento che ho organizzato in Piemonte, accompagnando un centinaio di partecipanti ad una visita della cupola del Santuario di Vicoforte. Dopo solo un'ora di questa esperienza molto emotiva e gratificante dal punto di vista estetico abbiamo documentato un crollo del cortisolo salivare, l'ormone dello stress, e un aumento dell'indice di piacevolezza.

Perché bellezza e felicità andrebbero insegnate a scuola

Né la bellezza né la felicità vengono insegnate a scuola e forse bisognerebbe partire proprio da lì. In realtà dovrebbero essere materie obbligatorie già alle elementari o addirittura all’asilo, da aggiungere alla cultura scientifica, come sostiene anche il premio Nobel Giorgio Parisi.

Sia la bellezza che la felicità hanno forti attitudini a creare connessioni tra individui.

Questo fenomeno è spiegato dai neuroni specchio. La scoperta dei “neuroni specchio” ha avuto ripercussioni ricche di conseguenze psicologiche, filosofiche e sociali. È per questo che la condivisione di esperienze estetiche con altre persone potenzia le emozioni positive e contribuisce al benessere collettivo.

Quindi perché dobbiamo occuparci di bellezza e di felicità come individui e come Paese? La risposta è semplice: perché la bellezza e la felicità uniscono le persone e ci donano salute.

Prof. Enzo Grossi - Direttore Scientifico Villa Santa Maria


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