18 dicembre 2020

Epilessia farmacoresistente e Stimolazione Vagale: le ultime novità

Nel mese di novembre il dottor Daniele Grioni, Medico specializzato in Neuropsichiatria Infantile ed Epilettologo, responsabile dell’Ambulatorio di Epilettologia e Neuromodulazione di Villa Santa Maria, e il professor Enzo Grossi, Direttore scientifico di Villa Santa Maria, hanno partecipato in qualità di relatore e di moderatore al Referral Meeting sulla Stimolazione Vagale (VSN), organizzato con il contributo non condizionato di LivaNova.

L’evento, che ha coinvolto alcuni dei principali esperti italiani della materia, che a Villa Santa Maria viene trattata all’interno dell’Ambulatorio di Neurologia-Epilettologia attivato lo scorso anno, è stato l’occasione per fare il punto sulla Stimolazione Vagale. Un tema legato a una condizione che affligge una quota rivelante di individui e che è particolarmente gravosa nell’età infantile: l’epilessia farmacoresistente. 

Di seguito quanto emerso da questa preziosa occasione di confronto. 

Epilessia e farmacoresistenza: lo scenario

Premessa. La definizione internazionalmente accettata di epilessia farmacoresistente è: la mancata risposta a due trattamenti farmacologici consecutivi. La prevalenza dell’epilessia è poco sotto l’1%, quindi stimiamo che sulla popolazione italiana la prevalenza sia di circa 500.000/600.000 persone. Di queste il 25-30% presenta un’epilessia farmacoresistente. Si tratta quindi di un numero di persone e famiglie piuttosto rilevante, che necessita di una risposta sul piano terapeutico prima che si manifestino le conseguenze della farmacoresistenza: oltre alle crisi, il declino cognitivo.

Il Referral Meeting è stato l’occasione per illustrare le alternative alla terapia medica: chirurgia resettiva, dieta ketogenica e Stimolazione Vagale, presentando per ciascuna indicazioni, limiti e controindicazioni.

I relatori, che oltre al dottor Grioni sono stati il dottor Leonardo Fiori, neurochirurgo, l’ingegner Claudio Silvestri, di LivaNova, la professoressa Anna Maria Bianchi, del Politecnico di Milano e il professor Andrea Landi, neurochirurgo, si sono poi focalizzati sulla Stimolazione Vagale, tecnologia approvata dalla FDA (Food and Drug Administration americana) e dall’EMA (European Medicines Agency) per il trattamento dell’epilessia farmacoresistente. Consiste in un device impiantato sottocute in regione sottoclaveare sinistra che, tramite un elettrocatetere, stimola il nervo vago di sinistra con una corrente intermittente durante le 24 ore.

 L’impianto di Stimolazione Vagale

Ad aprire i lavori, dopo l’introduzione del professor Grossi, è stato il dottor Fiori, il quale ha presentato la propria esperienza nell’impianto di VNS che consiste nell’isolamento del nervo vago di sinistra alla base del collo, il contatto delle spirali dell’elettrocatetere sul nervo vago di sinistra, la costruzione di una tasca sottoclaveare per l’alloggiamento del device vero e proprio. Una procedura che solitamente non presenta complicazioni e che consente di sostituire completamente l’elettrocatetere in caso di rottura accidentale.

Poi è stata la volta dell’ingegner Silvestri, che ha illustrato gli algoritmi che governano lo stimolatore, soffermandosi soprattutto sull’ultimo modello disponibile. Questo riconosce l’insorgenza della crisi confrontando il battito cardiaco istantaneo con i minuti precedenti, erogando in questo modo una stimolazione extra ad hoc (stimolazione automatica). Un sistema che si basa sul fatto che solitamente l’insorgenza della crisi epilettica si accompagna, o può essere preceduta, da una tachicardia, detta tachicardia ictale.

 L’aiuto dell’intelligenza artificiale

D’altra parte, come ha raccontato la professoressa Bianchi illustrando la propria esperienza al Politecnico nell’analisi del segnale EEG (Elettroencefalogramma) mediante software complessi, la tecnologia oggi può essere davvero preziosa in questo ambito. L’evoluzione dell’informatica ha, infatti, consentito di sviluppare software che, a partire da un normale EEG registrato, permettono di effettuare analisi specifiche, ad esempio sull’origine anatomica della scarica epilettica, sulla sincronizzazione/desincronizzazione dell’EEG e sulla connettività tra le diverse aree cerebrali.

Un’evoluzione che garantisce una più accurata e completa comprensione degli EEG e dell’epilessia, rispetto alla quale, come ha sottolineato il professor Landi concludendo il meeting, la Stimolazione Vagale non può più essere considerata una terapia palliativa. In considerazione dei risultati clinici ottenuti con una quota di pazienti sempre maggiore liberi da crisi (nella nostra esperienza circa il 15%), la VSN rappresenta a tutti gli effetti una terapia da proporre al paziente con epilessia farmacoresistente.

 

L’esperienza maturata permette quindi di concludere che: 

  1. è possibile definire rapidamente la farmacoresistenza e quindi avviare il paziente verso le alternative più adatte in considerazione dell’eziologia, dell’età e della forma di epilessia; 
  2. la VNS è un’opzione reale che va giocata il più rapidamente possibile e non rappresenta una terapia palliativa, bensì una cura che può portare anche al controllo delle crisi; 
  3. oggi abbiamo la possibilità di comprendere meglio l’EEG e l’epilessia attraverso software di analisi del segnale che consentono di esportare dati oggettivi e confrontabili sia nell’ambito di gruppi di pazienti omogenei, sia in longitudinale nello studio dei cambiamenti di ciascun paziente nel tempo.

 

 


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