30 settembre 2017

STUDIO TIME-A: il coinvolgimento di Villa Santa Maria

Lo studio TIME-A è stato uno studio internazionale di terapia musicale improvvisata per i bambini con autismo. In questo studio pubblicato su JAMA (The Journal of American Medical Association, una delle riviste più quotate in campo medico, con un impact factor di 44, davvero gigantesco), i ricercatori hanno arruolato 364 bambini provenienti da nove paesi in tutto il mondo tra cui l’Italia e li hanno assegnati random a musicoterapia o a una terapia standard.
Le persone con autismo hanno difficoltà a comunicare con gli altri. Ciò può portare a malintesi e a una grande sofferenza tra gli individui affetti e quelli che li circondano. La musica può essere vista come un modo di comunicare con gli altri e può essere utilizzata come un modo per praticare la comunicazione. I terapeuti di musica hanno fatto questo per molti anni; molti hanno usato tecniche di improvvisazione, in cui la riproduzione spontanea o il canto è adattata al comportamento del bambino.
Prima di questo ci sono stati molti studi più piccoli che hanno esaminato i risultati della terapia musicale per i bambini con autismo. La sintesi di quelli effettuati con i più rigorosi canoni di ricerca è stata pubblicata in una revisione di Cochrane, considerata uno strumento molto affidabile di valutazione scientifica. Questa sintesi di dieci studi provenienti da tutto il mondo ha mostrato risultati promettenti. Tuttavia, tutti gli studi erano basati su un piccolo numero di partecipanti e gli effetti esaminati solo per un breve periodo di tempo. La volontà di sapere se ci sono prove attendibili che la terapia musicale produce effetti duraturi sui sintomi principali dell’autismo ha portato all’organizzazione di questo studio
Il coinvolgimento di Villa Santa Maria è stato di tipo metodologico nell’analisi dei risultati e nella stesura del lavoro.
I ricercatori hanno confrontato i sintomi dell’autismo prima e dopo la terapia, basandosi sull’osservazione di un professionista che non conosceva i bambini o quale terapia ricevevano.
Come è stato sottolineato nell’articolo del dr. Bondavalli, la nota dolente è che i risultati non sostengono l’efficacia della musicoterapia, per lo meno per ciò che riguarda la modificazione dei valori medi delle variabili chiave prese in esame. D’altra parte i bambini coinvolti nello studio hanno ricevuto in media 19 sessioni di musicoterapia nell’arco di 5 mesi. Questo periodo è abbastanza breve rispetto alla pratica abituale, in cui questo tipo di riabilitazione è spesso previsto per diversi anni.
Alcuni indizi tuttavia, ottenuti da un’analisi dei risultati impostata diversamente (ed è qui che c’è stato il nostro contributo), indicano che il numero dei soggetti responder, ovvero con una modificazione clinicamente rilevante del punteggio ADOS, è significativamente diverso a favore della musicoterapia. Questo dato apre spiragli importanti per futuri studi. Sarà interessante seguire il vivace dibattito che si sta già svolgendo su questo controverso e interessante tema.

Prof. Enzo Grossi
Direttore Scientifico
Villa Santa Maria


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